Studio Legale Improda

Indicazioni Geografiche per prodotti artigianali e industriali: un nuovo strumento di sviluppo

Sono raffigurati dei piatti in ceramica decorati

Il Regolamento UE 2023/2411 apre nuove opportunità per artigianato e industria italiana, seguendo il modello di successo della DOP Economy e valorizzando territorio, qualità e innovazione.

È ormai imminente l’entrata in vigore del Regolamento UE 2023/2411, riguardante la registrazione e la protezione delle Indicazioni Geografiche per prodotti artigianali e industriali.

Siamo dinanzi ad una novità di estremo rilievo, che può rappresentare una importante occasione per la nostra intera economia.

Sarà importante prendere come punto di riferimento quanto già avviene per le Indicazioni Geografiche tradizionali, nel comparto Agroalimentare e Vitivinicolo.

In questo campo il nostro Paese ha dato vita ad un sistema di grande successo, punto di riferimento a livello internazionale, che viene usualmente indicato con l’espressione di DOP Economy.

Il meccanismo delle Indicazioni Geografiche risulta particolarmente rispondente al tempo stesso ai dettami della economia della complessità e alle caratteristiche dell’impresa italiana. Si tratta di un modello, infatti, che si impernia su una peculiare commistione tra azienda, territorio, comunità, qualità, tradizione e innovazione, particolarmente rispondente alla nostra storia e alla nostra cultura.

Ha dedicato al tema un interessante articolo sulla rivista Blast il collega Francesco Rizzo, Partner di Improda Studio Legale e Direttore Innovazione di Centro Studi Cross Route Impresa.

Il pezzo si intitola significativamente: “Indicazioni geografiche per i prodotti artigianali ed industriali: una opportunità da cogliere superando gli scetticismi”.

Ne trascrivo un passaggio di particolare importanza: “Il Regolamento (UE) 2023/2411 non rappresenta solo un nuovo strumento giuridico, ma un”opportunità per ripensare la governance delle produzioni territoriali in una logica di sistema, integrando competenze giuridiche, organizzative e commerciali. Solo così sarà possibile trasformare una norma in un volano di sviluppo concreto per l’artigianato e l’industria di eccellenza italiani”.

L’articolo originale è stato pubblicato su Blastonline.it

 

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