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Il Legislatore italiano sull’IA: un Salomone timido che si affida alla giurisprudenza?

La Legge 132/2025 sull’AI è un segnale importante, ma lascia irrisolti i nodi su brevetti, know-how e co-autorialità dell’intelligenza artificiale.

Con la recente Legge n. 132/2025 sull’Intelligenza Artificiale, l’Italia ha di certo un passo importante verso un quadro normativo organico e coerente con l’AI Act europeo.
 
Si tratta di una legge, la prima attuazione nazionale di uno stato comunitario, che introduce principi di trasparenza, responsabilità e vigilanza umana.
 
𝙏𝙪𝙩𝙩𝙖𝙫𝙞𝙖, 𝙙𝙖 𝙜𝙞𝙪𝙧𝙞𝙨𝙩𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙞 𝙤𝙘𝙘𝙪𝙥𝙖 𝙙𝙞 𝙥𝙧𝙤𝙥𝙧𝙞𝙚𝙩𝙖̀ 𝙞𝙣𝙩𝙚𝙡𝙡𝙚𝙩𝙩𝙪𝙖𝙡𝙚 𝙚 𝙞𝙣𝙣𝙤𝙫𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚, 𝙣𝙤𝙣 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙤 𝙣𝙤𝙣 𝙣𝙤𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙡𝙖 𝙨𝙘𝙚𝙡𝙩𝙖 𝙙𝙚𝙡 𝙡𝙚𝙜𝙞𝙨𝙡𝙖𝙩𝙤𝙧𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙝𝙖 𝙙𝙚𝙘𝙞𝙨𝙤 𝙙𝙞 𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧𝙫𝙚𝙣𝙞𝙧𝙚 𝙨𝙤𝙡𝙤 𝙨𝙪𝙡𝙡𝙚 𝙤𝙥𝙚𝙧𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡’𝙞𝙣𝙜𝙚𝙜𝙣𝙤, 𝙡𝙖𝙨𝙘𝙞𝙖𝙣𝙙𝙤 𝙛𝙪𝙤𝙧𝙞 𝙗𝙧𝙚𝙫𝙚𝙩𝙩𝙞, 𝙠𝙣𝙤𝙬𝙝𝙤𝙬 𝙚 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙞 𝙙𝙞𝙧𝙞𝙩𝙩𝙞 𝙄𝙋.
 
Una scelta che non fatico a definire 𝙨𝙖𝙡𝙤𝙢𝙤𝙣𝙞𝙘𝙖 e 𝙩𝙞𝙢𝙞𝙙𝙖, perché cerca l’equilibrio nel riaffermare la necessità dell’intervento dell’autore senza però definire un livello minimo di “umanità”. 
 
Timida, poi, anche perché – come si è detto – dimentica o omette di intervenire su tutte le altre aree della proprietà intellettuale che pure vedranno sempre più un impatto decisivo da parte dell’IA.
 
Serviva forse più coraggio nell’affrontare un tema centrale: avviare un serio ragionamento sulle possibili conseguenze derivanti dal fatto che l’IA non è e, sempre più, non sarà solo uno strumento, ma potenzialmente un co-autore o co-inventore in molti processi creativi.
 
A mio avviso, è tempo di:
  • misurare e documentare l’apporto umano ed il peso dell’IA, con criteri oggettivi per favorire accountabity e trasparency sul processo creativo;
  • estendere la riflessione a tutta la proprietà intellettuale, non solo al diritto d’autore;
  • avviare un serio ragionamento sulla regolamentazione delle possibili future forme o rivendicazioni di co-autorialità o co-inventorialità.
 
𝑺𝒐𝒍𝒐 𝒊𝒏 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒎𝒐𝒅𝒐 𝒑𝒐𝒕𝒓𝒆𝒎𝒐 𝒈𝒂𝒓𝒂𝒏𝒕𝒊𝒓𝒆 𝒄𝒆𝒓𝒕𝒆𝒛𝒛𝒂 𝒈𝒊𝒖𝒓𝒊𝒅𝒊𝒄𝒂 𝒆 𝒗𝒂𝒍𝒐𝒓𝒊𝒛𝒛𝒂𝒓𝒆 𝒅𝒂𝒗𝒗𝒆𝒓𝒐 𝒍’𝒊𝒏𝒏𝒐𝒗𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒅𝒐𝒎𝒂𝒏𝒊 𝒄𝒉𝒆 𝒗𝒆𝒅𝒓𝒂̀ 𝒖𝒏 𝒓𝒂𝒑𝒑𝒐𝒓𝒕𝒐 𝒖𝒐𝒎𝒐–𝒎𝒂𝒄𝒄𝒉𝒊𝒏𝒂 𝒔𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒊𝒃𝒓𝒊𝒅𝒐, 𝒎𝒐𝒅𝒖𝒍𝒂𝒓𝒆 𝒆𝒅 𝒊𝒕𝒆𝒓𝒂𝒕𝒊𝒗𝒐.
 
Questo testo e l’immagine che lo accompagna sono stati creati con il supporto dell’intelligenza artificiale, ma le opinioni espresse sono personali.

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