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Gli eredi di Lucio Battisti e la mancata responsabilità da “contatto sociale” verso la Sony

Chitarra

La Cassazione conferma la condanna di Sony per aver ostacolato lo sfruttamento delle opere di Battisti. Diversa la vicenda Mogol: lì vi era un accordo, qui esclusa la responsabilità da contatto.

La Sony Music Entertainment Italy S.p.A. ha perso anche l’ultimo grado di giudizio nella causa contro gli eredi di Lucio Battisti per aver ostacolato lo sfruttamento delle opere musicali dell’artista. 

L’ha deciso la Suprema Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 12956 del 15 maggio 2025 confermando gli altri gradi di giudizio meneghini. 

Il caso è diverso da quello che aveva visto contrapporsi agli eredi e alle loro società di edizione il co-autore Giulio Rapetti Mogol. A quest’ultimo, infatti, nel 2016 il Tribunale di Milano aveva riconosciuto il risarcimento per la condotta “ostruzionistica” di revoca del mandato alla SIAE di autorizzazione dell’uso via streaming senza adozione di sistemi di sfruttamento alternativi e per mancata concessione di licenze di sincronizzazione. 

Nel caso di Mogol, infatti, esisteva un contratto con la società convenuta – la Edizioni Musicali Acqua Azzurra S.r.l. – che è stata giudicata inadempiente, mentre la Sony nel caso appena definito dalla Cassazione ha invocato la responsabilità da “contatto sociale” che, tuttavia, è stata esclusa non sussistendo “tra le parti particolari tipi di contatto capaci di terminare specifici obblighi di comportamento ovvero una qualche forma di affidamento reciproco”. 

Da un confronto delle due vicende giudiziali, emerge come, da un lato, autori ed editori hanno il pieno diritto di revocare il mandato alla SIAE in qualsiasi momento e, dall’altro lato, l’editore, in presenza di detta revoca, nei confronti dell’autore non può ingiustificatamente rifiutare lo sfruttamento delle opere da parte di chiunque ne faccia richiesta, cosa che, invece, è stato possibile fare a danno del produttore fonografico. Ciò sempre in nome della volontà dell’autore che è stata oggetto di tutela in ambedue le pronunce.

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