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Cosmetica e Industrie Culturali e Creative: estensione possibile ma controversa

Nell'immagine sono raffigurati dei trucchi

L'inclusione della cosmetica tra le ICC potrebbe rafforzare export e occupazione, ma solleva dubbi sulla tenuta identitaria del comparto. Riflessioni a partire da un articolo di Stefano Monti.

Stefano Monti, con la consueta intelligenza, spiega in un articolo sulla prestigiosa rivista Artribune perché la cosmetica andrebbe inserita nel gruppo delle Industrie Creative e Culturali (ICC).

Scrive acutamente l’autore che “la connessione con la cosmetica (o almeno parte delle attività afferenti al settore) potrebbe davvero incrementare, e di molto, il fatturato totale delle ICC, sia in Italia sia, soprattutto, a livello internazionale. 

Grazie al comparto della cosmesi, le ICC potrebbero sviluppare la crescita dell’export che, ad eccezione di alcuni casi esemplari, rappresenta ancora una componente marginale, ed estendere in questo modo anche il fatturato globale del cluster. Inoltre, favorire la connessione tra le filiere di creazione del valore della cosmesi (a cominciare dalla ricerca scientifica, fino alla promozione e alla comunicazione), con le industrie ICC potrebbe promuovere la nascita di cooperazioni strutturate, nonché la creazione di linee di sviluppo congiunte che potrebbero attingere a capitali spesso non reperibili nello stretto comparto della cultura, generando ritorni economici e sociali. Condizione positiva anche in termini occupazionali e formativi, dato che, grazie alla propensione all’export, permetterebbe di valorizzare maggiormente professionalità e competenze ampiamente diffusi sul nostro territorio”.

Il problema della perimetrazione delle ICC rappresenta una questione di grande importanza, rispetto alla quale le riflessioni ruotano intorno a due concetti basilari e contrapposti.
Da un lato, interpretare in modo elastico i requisiti richiesti nella definizione di Impresa Culturale e Creativa determina un allargamento del comparto, con i vantaggi lucidamente individuati nell’articolo in esame.
Dall’altro lato, una simile ed estensiva interpretazione potrebbe condurre a una sorta di diluizione del concetto di ICC, con il conseguente rischio della perdita di specificità e peculiarità per le aziende del settore.

Giova ricordare, solo quale incipit di approfondimento, che uno snodo imprescindibile sul tema è dato dall’articolo 25 della Legge 27 dicembre 2023, n. 206.

Leggo l’articolo di Stefano Monti su Artribune

https://www.artribune.com/professioni-e-professionisti/politica-e-pubblica-amministrazione/2025/06/vantaggi-includere-cosmetica-industrie-culturali-creative/

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