Il 30 luglio 2025 il Garante per la protezione dei dati personali, in un comunicato stampa, ha lanciato l’allarme sull’utilizzo sempre più diffuso (e discutibile, ndr) di piattaforme di AI generativa per caricare referti medici e analisi cliniche, chiedendo interpretazioni o diagnosi istantanee all’algoritmo.
Fenomeno allarmante sia dal punto di vista della tutela della privacy, per il rischio di perdita di controllo sui dati sanitari, sia dal punto di vista strettamente medico, per la possibilità di ricevere indicazioni non tarate sul quadro clinico del paziente, o addirittura soluzioni errate da sistemi non adeguatamente progettati né certificati come dispositivi medici a tutti gli effetti.
Avvisi del Garante:
Un uso responsabile e lecito della piattaforma richiede, quindi:
L’AI rappresenta innegabilmente una frontiera di innovazione per la sanità, con potenzialità reali nella diagnostica e nell’efficienza operativa. Tuttavia, il bilanciamento tra innovazione e tutela dei diritti personali è cruciale: senza adeguate garanzie, la rapidità dell’evoluzione tecnologica rischia di compromettere sicurezza e qualità assistenziale nel diritto alla salute.
Una adeguata formazione degli sviluppatori nelle aziende IT in materia di trattamento dei dati personali, oltre che idonee certificazioni, sono passaggi fondamentali per garantire che l’intelligenza artificiale sia un efficace supporto tecnologico, al contempo etico, sicuro e adeguatamente regolamentato, per non compromettere la salute e la privacy dei cittadini.
Link al testo del comunicato:
https://www.garanteprivacy.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/10154670