Studio Legale Improda

Immagine di videocamere di sorveglianza

Investire nella privacy non è solo un obbligo, ma un vantaggio competitivo: riduce rischi, rafforza la fiducia e crea valore. La compliance diventa leva strategica per innovazione e crescita.

Considerato il ruolo fondamentale del dato nel mercato odierno, la protezione dei dati personali non può più essere percepita come un mero adempimento normativo (e, quindi, un “peso” per l’azienda), ma può diventare un asset strategico.

Due recenti ordinanze della Corte di Cassazione emanate lo scorso giugno (Sez. II Civile nn. 15881 e 15882 del 2025) in tema di iscrizioni alle newsletter e gestione della banca dati dimostrano come, in realtà, investire su una buona privacy compliance generi un ritorno economico per l’azienda superiore ai costi affrontati per l’adeguamento stesso al GDPR (inclusi quelli delle sanzioni), oltre che un vantaggio in termini di brand reputation, riducendo il rischio di abbandono da parte dei clienti, per timori legati alla gestione in azienda del dato personale.

Gli aspetti da attenzionare:

  • Trasparenza: un’informativa formulata in modo chiaro attira fiducia; più della metà degli utenti abbandona un brand se non è convinto delle modalità con cui l’azienda tratta i dati personali.
  • Privacy by design: integrare la privacy sin dalle fasi di sviluppo è fino a 5 volte meno costoso rispetto ai costi da affrontare per gli adeguamenti successivi ed in caso di sanzioni.
  • Minimizzazione dei dati, data retention e sicurezza: raccogliere solo quanto necessario al perseguimento delle finalità (art. 5 GDPR), implementare idonee misure di sicurezza e conservare il dato per il tempo strettamente necessario riduce costi e rischi.
  • Consenso granulare: consentire scelte personalizzate e svincolate tra loro rafforza l’engagement e, al pari della comunicazione trasparente, aiuta a fidelizzare l’utente.
  • Cultura aziendale (ultima ma non ultima): formare il personale riduce notevolmente gli incidenti relativi al trattamento di dati personali e, quindi, il rischio di incorrere in sanzioni.

Un approccio multi-compliant al GDPR, alla NIS2, all’AI Act, all’ESG e ad altre normative consentirebbe di razionalizzare costi, processi, ruoli, favorendo una maggiore resilienza e coerenza organizzativa.

Le aziende che puntano su questi temi si differenziano nel mercato, riuscendo a presidiare i rischi reputazionali e ad offrire nuovi servizi, così da rispettare effettivamente il disposto dell’art. 2086 c.c., troppo spesso dimenticato.

Insomma, la compliance normativa come catalizzatore di innovazione, competitività, fiducia e crescita sostenibile.

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