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Intelligenza artificiale: chi risponde dei danni e come cambia il diritto d’autore

Intelligenza artificiale

Quotidianamente con amici e colleghi ci ritroviamo a discutere dell'Intelligenza Artificiale generativa, interrogandoci soprattutto sui profili della responsabilità civile e del diritto d'autore.

Se un sistema AI causa un danno, la legge guarda non solo al produttore, ma anche a chi lo sviluppa, lo addestra e lo utilizza. Le nuove regole UE (AI Act) rafforzano la tutela in settori “ad alto rischio”, prevedendo responsabilità condivise e controlli stringenti.

La responsabilità civile viene, quindi, ricondotta a chi produce, programma, addestra, gestisce o utilizza il sistema; l’aspetto maggiormente interessante riguarda la possibilità di configurare non solo responsabilità da prodotto ma anche responsabilità per custodia o pericolosità dell’attività ai sensi degli artt. 2050 e 2051 c.c.

Il diritto d’autore europeo protegge espressamente solo le opere che riflettono un apporto creativo umano. Opere create in modo interamente autonomo dall’IA, senza un’interazione creativa significativa con l’uomo, non godono di tutela.

Gli snodi chiave riguardano, quindi:
L’attribuzione dell’autorialità: nessun ordinamento riconosce all’IA personalità giuridica per detenere diritti d’autore. Le soluzioni ipotizzate vanno dall’attribuzione allo sviluppatore, all’utente o al proprietario dei dataset, nessuna delle quali è consolidata o priva di criticità.

La creatività e originalità: la sola interazione tecnica o automatica non è ritenuta sufficiente per protezione giuridica; occorre dimostrare un significativo apporto umano.

Il quadro internazionale (es. US Copyright Office, WIPO): anche fuori dall’UE si afferma la regola della predominanza della creatività umana, pur studiando adattamenti futuri.

In sintesi, il diritto sta assumendo un ruolo proattivo, impegnato a ritagliare regole valide sul piano della responsabilità, della libertà d’espressione e della tutela della proprietà intellettuale per l’intelligenza artificiale generativa. La disciplina attualmente si fonda su criteri di rischio, prevalenza della creatività umana e necessità di trasparenza nell’uso e nella protezione dei dati d’autore, mentre rimane aperto il dibattito sulla personalità giuridica e sulla responsabilità penale dei sistemi AI.

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