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Il Brand tra critica e identità: da Banksy a Maffessoli

l'immagine è un'opera di Banksy

Dal rifiuto di Banksy al riconoscimento sociologico di Maffessoli, il brand emerge come espressione viva del presente, tra critica, identità collettiva e centralità nella vita quotidiana.

La rivista Globe Today’s pubblica un mio articolo in cui, partendo dal pensiero di Banksy e passando per gli insegnamenti di Maffessoli, svolgo alcune riflessioni sul ruolo del brand nel contemporaneo.

Il rapporto tra Banksy e il brand appare lineare: l’artista conduce una battaglia aperta contro il potere della marca e si oppone all’invasività delle aziende nella vita delle persone.

Banksy, per testimoniare la propria adesione al movimento del brandalismo, scrive esplicitamente: “Ogni messaggio pubblicitario che è collocato in uno spazio pubblico e che non puoi scegliere di non guardare è tuo. Ti appartiene. Lo puoi prendere, rimaneggiare e riutilizzare. Chiedere il permesso è come chiedere di conservare una pietra che qualcuno ti ha appena tirato in testa”.

Queste parole possono essere considerate emblematiche della sua visione: le aziende esercitano un potere arrogante e dilagante sui cittadini; il brand è la pietra con cui le imprese colpiscono la testa delle persone comuni.

A mio avviso, questa posizione non coglie i mutamenti intervenuti negli ultimi anni sul ruolo delle aziende, sulle funzioni del marchio e sulla vita quotidiana.

Michel Maffessoli ha scritto pagine importanti sul senso delle manifestazioni del presente, anche quelle più banali: “Tutta la vita quotidiana può essere considerata come un’opera d’arte: per via della massificazione della cultura, ovviamente, ma anche perché tutte le situazioni e pratiche più ordinarie costituiscono il terreno stesso sul quale si ergono cultura e civiltà. […] Si può affermare che il momento culinario, il gioco delle apparenze, i piccoli momenti di celebrazione, le deambulazioni quotidiane, il tempo libero e molto altro ancora non possono più essere considerati elementi frivoli e insignificanti della vita sociale. In quanto espressioni delle emozioni collettive, essi costituiscono una vera e propria centralità sotterranea, un voler vivere irreprimibile che va necessariamente analizzato”.

Il brand oggi costituisce una parte pulsante di quest’opera d’arte che è la vita, rappresenta un fenomeno potente del nostro tempo, nel quale e con il quale le persone si consolano, si riconoscono, si identificano.

Certamente presenta anche aspetti critici e può essere oggetto di contestazioni, ma merita studio e rispetto. La vita merita rispetto.

Leggi l’articolo completo su Globe Today’s

https://www.globetodays.com/improdezze-bansky-e-il-brand/

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