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Dalle Crociate all’intelligenza artificiale, tutto tenuto assieme da un filo di… liquirizia

La storia della famiglia Amarelli racconta un modello di impresa fondato su innovazione continua, valori etici e legame con il territorio, dalla liquirizia alle nuove sfide tecnologiche

La famiglia Amarelli e il suo marchio sono sinonimo di innovazione nei secoli. Dalla prima donna manager alla fine dell’Ottocento, alla moltitudine di prodotti esportati in 30 Paesi di tutti i continenti, dalle partnership con chef stellati fino alla collaborazione, su cui c’è massimo riserbo, con una celebre maison francese, dopo le precedenti con Chanel e Guerlain, per il lancio di un profumo basato proprio sulla liquirizia Amarelli. Il segreto? “Equilibrio tra famiglia e azienda – come racconta Pina Amarelli al Corriere – valori etici prima che economici, attenzione ai collaboratori e al territorio: un’azienda dura se è parte della comunità”.

Quella degli Amarelli è una dinastia di cui si trovano tracce già nel 1103, con Alessandro Amarelli morto in Terrasanta durante le Crociate, e l’attuale concio dedicato a trasformare la Glycyrrhiza glabra in liquirizia commerciale risale al 1731. Sempre in quel di Rossano, in Calabria, nella parte che si affaccia sulla costa ionica, dove si trova quella che viene riconosciuta come la migliore qualità al mondo di questa pianta erbacea perenne, non a caso dalle radici solidissime.

Pina Amarelli è stata una pioniera dell’imprenditoria femminile già negli anni Settanta, frantumando tabù e attirando un’attenzione generale che ha aperto la strada ad altre donne calabresi, come in una “rivoluzione gentile”. Oggi è presidente onoraria e l’azienda è guidata dalla nuova generazione, rappresentata dall’amministratore delegato Fortunato Amarelli, che è anche presidente dell’Unione imprese centenarie italiane.

La liquirizia, come detto, è il filo conduttore tanto quanto l’innovazione. L’azienda ha cominciato a utilizzare l’intelligenza artificiale per le etichette e per la tracciabilità, mentre si è buttata sul commercio elettronico giusto dopo Amazon.

Un continuo rinnovamento che si trova anche fra i prodotti: liquirizie ricoperte al cioccolato, una linea salata, mandorle, panettoni, le mentine bianche con filini di liquirizia per ipertesi, le cipster con grani particolari aromatizzati alla liquirizia, la birra e la sambuca. Poi, con la Marvis, è stato realizzato anche un dentifricio, che è riuscito a fare breccia laddove gli altri prodotti non ce l’avevano fatta: superare la muraglia cinese. La loro liquirizia, infatti, è medicina e quindi troppo amara.

Il prossimo passo? “La sostenibilità energetica: fotovoltaico, cabina elettrica, ricarica auto. Ogni epoca ha la sua rivoluzione: questa è la nostra”. In attesa della prossima.

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