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Corte ONU: obblighi giuridici degli Stati per contrastare il cambiamento climatico

L'immagine rappresenta il palazzo della Corte ONU

La Corte ONU riconosce obblighi giuridici degli Stati per mitigare il cambiamento climatico e cooperare, affermando responsabilità e diritto a un clima sicuro per tutte le generazioni.

Il 23 luglio 2025, la Corte Internazionale di Giustizia ha pubblicato la sua Opinione Consultiva sugli obblighi degli Stati sul cambiamento climatico. La richiesta è stata avanzata da Vanuatu, isola del Pacifico minacciata dall’innalzamento del mare, con il sostegno di oltre 130 Paesi.

L’Assemblea Generale dell’ONU, nel 2023, ha chiesto alla Corte di chiarire: quali obblighi impone il diritto internazionale agli Stati per proteggere il clima dalle emissioni di gas serra; quali le conseguenze giuridiche per chi agisce o omette di agire causando danni ambientali significativi. Si tratta di una decisione epocale che chiarisce gli obblighi degli Stati nel prevenire i danni al sistema climatico e all’ambiente derivanti dalle emissioni antropiche di gas a effetto serra.

Con tale decisione, la Corte ha stabilito che gli Stati:

  • Sono tenuti, in base al diritto internazionale, ad adottare misure efficaci per mitigare i cambiamenti climatici e adattarsi riducendo le emissioni di gas serra;
  • hanno l’obbligo di cooperare in buona fede, anche con trasferimenti tecnologici e finanziari;
  • devono agire con diligenza nel regolamentare attività dannose, incluse quelle dei soggetti privati;
  • sono responsabili per atti od omissioni che violino tali obblighi e causino danni significativi al clima;
  • devono accelerare per proteggere il diritto delle generazioni presenti e future a un clima sicuro, inclusi il controllo delle aziende e degli attori finanziari.

Inoltre, la Corte ha riconosciuto che:

  • gli obblighi climatici degli Stati sono obblighi erga omnes, verso l’intera comunità internazionale;
  • ogni Stato ha interesse giuridico nel rispetto di tali obblighi da parte degli altri;
  • gli Stati colpiti possono chiedere riparazione, cessazione del comportamento illecito e garanzie di non ripetizione, se sussiste un nesso causale diretto e certo.

Nel riaffermare la centralità dell’ambiente nell’agenda internazionale, la Corte ha quindi stabilito che la tutela del clima è un interesse fondamentale globale e che il diritto deve avere un ruolo decisivo nella risposta alla crisi climatica.

Questa pronuncia segue la sentenza della Corte di Cassazione a sezioni unite (sentenza 20381/2025 depositata il 21 luglio), che ha riconosciuto la giurisdizione dei tribunali ordinari in tema di danno da cambiamento climatico. Gli Stati, quindi, sono chiamati a intervenire sui modelli produttivi. Non a caso le misure europee – dal Green Deal al nuovo quadro normativo sulla rendicontazione – delineano un percorso chiaro e vincolante: il futuro dell’umanità passa per la sostenibilità.

Scarica l’Opinione Consultiva della Corte Internazionale di Giustizia. 

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