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Un pizzico di Jules Verne: le cupole di Nemo’s Garden e l’Agricoltura Subacquea

La startup Nemo’s Garden dei fratelli Gamberini coltiva piante sott’acqua, unendo innovazione, sostenibilità e rispetto per l’ambiente marino

La storia imprenditoriale della famiglia Gamberini, lunga e appassionante, si caratterizza per conciliare il Mare con materiali ed attività usualmente percepiti come ad esso antitetici: la Gomma e l’Agricoltura.
La principale azienda del gruppo, Ocean Reef, in qualche modo erede della originaria officina dei Gamberini, nata nel Secondo Guerra a Genova in Via della Pendola, progetta e produce attrezzature per la scoperta e la frequentazione dell’ambiente sottomarino.
Ma nelle righe che seguono vogliamo puntare i riflettori su una diversa iniziativa all’interno di questa stimolante realtà imprenditoriale: Nemo’s Garden, startup fondata nel 2021 da Sergio e Luca Gamberini.
Si tratta di un’impresa di grande fascino ed estrema attualità, che tocca i temi della Sostenibilità sotto diversi punti di vista e concentra la propria attività sulla coltivazione di frutta e verdura in ambiente subacqueo.
L’azienda, negli anni, ha sperimentato e sviluppato la produzione sottomarina di un’ampia varietà di prodotti: basilico verde, basilico rosso, insalate, pomodori, zucchine, fagioli, piselli verdi e diverse erbe.
L’Innovazione della startup risiede nelle sue avanzate e peculiari biosfere subacquee: cupole di circa due metri di diametro, ciascuna per una capacità di 800 litri d’aria, che vengono collocate sul fondale, a circa sei metri sotto il livello del mare.
Queste biosfere diventano un habitat ideale per la coltivazione di prodotti agricoli, sfruttando alcuni positivi fattori ambientali dell’ambiente marino: temperatura stabile, generazione di acqua per evaporazione, assenza di parassiti, assorbimento di anidride carbonica e disponibilità di ossigeno.
Ogni cupola può ospitare al proprio interno, disposte su mensole, fino a circa cento piante, che vengono coltivate utilizzando le più moderne tecnologie dell’agricoltura idroponica.
Dice Luca Gamberini: “Nel nostro sistema di coltivazione le piante crescono senza che sia necessaria la terra, in un ambiente controllato, utilizzando una soluzione ricca di nutrienti per fornire acqua e minerali alle loro radici. Il Giardino di Nemo non è solo uno sforzo tecnologico volto a rendere l’agricoltura subacquea una forma alternativa di coltivazione, economicamente praticabile e a lungo termine; è soprattutto un progetto eco-compatibile e auto-sostenibile”.
Dentro le biosfere di Nemo’s Garden si crea un microclima ideale per la crescita delle piante e totalmente autosufficiente.
La luce solare favorisce l’evaporazione dell’acqua e riscalda l’aria nella struttura, provocando la condensazione dell’umidità sulle pareti, dalla quale si produce acqua dolce: in pratica, un processo di fotosintesi subacquea.
La sostenibilità dell’iniziativa si estende ovviamente anche all’aspetto energetico: l’intero sistema è alimentato da pannelli solari e pale eoliche, che producono l’energia elettrica per il funzionamento della strumentazione di controllo.
La fattoria sottomarina, peraltro, determina un’interazione minima con l’ambiente marino e gli ecosistemi correlati, anzi provoca un positivo “effetto rifugio”, agevolando il ripopolamento delle aree marine circostanti.
Luca Gamberini racconta al riguardo: “Il fondale dove è stato installato il primo progetto è una distesa di sabbia, fango e qualche piccola roccia, noto per essere poco “abitato” dalla fauna locale, essendo privo di ripari. Il Nemo’s Garden è ora un reef artificiale a tutti gli effetti! Ricco di specie che utilizzano le biosfere come riparo, contribuendo a una lunga catena alimentare che va dai crostacei, ai cavallucci marini, polpi e pesci di varie specie”.
La vicenda imprenditoriale della famiglia, come sopra accennavamo, prende le mosse dal Secondo Dopoguerra ed ha conosciuto momenti di rilevanza internazionale, ma l’iniziativa della startup è nata di recente e in modo piuttosto casuale.
Così, con leggerezza non priva di una certa ironia, ne racconta la genesi Sergio Gamberini: “Io ho 72 anni, vado a Noli da quando avevo 5. Cercavo un posto per testare delle attrezzature subacquee. La baia di Noli è ideale. Avevo degli amici agricoltori e venivano un po’ estraniati dai nostri discorsi. Voglio coinvolgerli e provo a fare un pallone completamente trasparente ancorato al fondo. Frego a mia moglie un tupperware, ci metto dentro la terra, alcuni semi di basilico e con molta cautela lo inserisco in questo pallone trasparente. Dopo 24 ore vedo che nascono queste piantine di basilico”.
La nascita in modo estemporaneo e quasi giocoso del progetto, il suo assumere caratteristiche affascinanti e fantastiche, che in qualche modo richiamano alla memoria i romanzi di Jules Verne, nulla tolgono alla sua serietà e importanza.
Il know-how di Nemo’s Garden, infatti, può dare un decisivo contributo alla creazione di un sistema alternativo di agricoltura, risultando particolarmente prezioso in quelle aree in cui le condizioni ambientali, economiche o morfologiche rendono difficile la coltivazione di piante con metodi tradizionali.
La tecnologia della startup, quasi novello Uovo di Colombo, si basa sull’utilizzo delle risorse naturali più largamente disponibili a livello planetario: gli oceani e le distese marine.
Non c’è bisogno di rammentare che, secondo le indicazioni unanimi degli studi ad oggi disponibili, nei prossimi lustri si incrementerà la popolazione mondiale e crescerà il relativo fabbisogno alimentare, ma non aumenterà la superficie coltivabile sulle terre emerse.
L’intensificazione dello sfruttamento dei terreni mediante l’agricoltura tradizionale, anzi, deve essere valutata con prudenza ed attenzione, considerandone il relativo impatto sull’ambiente e sul clima.
Ecco dunque che progetti quali quello di Nemo’s Garden assumono un significato davvero straordinario, consentendoci di fare un tuffo, è proprio il caso di dire, nella speranza verso un Domani migliore.

L’articolo completo è stato pubblicato su italiacircolare.it

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